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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De amicitia, 11
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originale
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[11] Cum illo vero quis neget actum esse praeclare? Nisi enim, quod ille minime putabat, immortalitatem optare vellet, quid non adeptus est quod homini fas esset optare? qui summam spem civium, quam de eo iam puero habuerant, continuo adulescens incredibili virtute superavit, qui consulatum petivit numquam, factus consul est bis, primum ante tempus, iterum sibi suo tempore, rei publicae paene sero, qui duabus urbibus eversis inimicissimis huic imperio non modo praesentia verum etiam futura bella delevit. Quid dicam de moribus facillimis, de pietate in matrem, liberalitate in sorores, bonitate in suos, iustitia in omnes? nota sunt vobis. Quam autem civitati carus fuerit, maerore funeris indicatum est. Quid igitur hunc paucorum annorum accessio iuvare potuisset? Senectus enim quamvis non sit gravis, ut memini Catonem anno ante quam est mortuus mecum et cum Scipione disserere, tamen aufert eam viriditatem in qua etiam nunc erat Scipio.
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traduzione
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11 Quanto a Scipione, chi pu? dire che la sorte non gli abbia arriso? A meno che non aspirasse all'immortalit?, cosa a cui non pensava affatto, quali sono tra i desideri concessi all'uomo quelli che non ? riuscito a realizzare? Appena adolescente, grazie al suo eccezionale valore, super? le enormi aspettative che i suoi concittadini avevano riposto in lui sin da bambino. Non si candid? mai al consolato, ma due volte fu eletto console, la prima quando non aveva ancora l'et? prescritta, la seconda a tempo debito per lui, ma forse troppo tardi, ormai, per lo stato. Con la distruzione delle due citt? pi? ostili al nostro impero, pose fine alle guerre del suo tempo e scongiur? le future. E che dire della sua disponibilit?, dell'amore per la madre, della generosit? verso le sorelle, della benevolenza verso i suoi, del senso di giustizia verso tutti? Sapete di cosa parlo. Quanto poi fosse amato dalla citt?, lo si ? visto dal pianto generale ai suoi funerali. A cosa gli sarebbe servito vivere qualche anno di pi?? A niente, perch? la vecchiaia, sebbene non sia un peso (ricordo che Catone, un anno prima di morire, lo sostenne discutendo con me e Scipione), non di meno porta via quel vigore che Scipione aveva ancora.
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